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ANTEPRIMA ESCLUSIVA

Parma ospiterà un torneo ATP 250

Il rinvio del Roland Garros ha creato una settimana di buco in calendario. Secondo le nostre informazioni, sarà coperto dall'Italia: dal 22 al 29 maggio si giocherà a Parma, già sede di due Challenger. Per la prima volta dal 2005, l'Italia torna ad avere tre tornei ATP. E quest'anno abbiamo anche i due Masters...

Riccardo Bisti (Photo by Marta Magni)
11 aprile 2021

L'emergenza sanitaria ha sconvolto le nostre vite e – inevitabilmente – ha condizionato anche il mondo del tennis. Tra gli effetti collaterali, tuttavia, c'è un fatto positivo: la rinascita dei tornei ATP in Italia. Che sia una tendenza o un effetto temporaneo, è opportuno godersi il momento. Mettendo da parte le ATP Finals (a Torino fino al 2025) e le Next Gen Finals (a Milano fino al 2022), splendide vetrine che servono per prestigio e immagine, la base tecnica di un Paese è supportata soprattutto dai tornei ATP e dai Challenger. Questi ultimi sono un fiore all'occhiello dell'Italia: ne ospitiamo una ventina all'anno e tutti i nostri giovani ci sono passati. Gli stessi Sinner (Bergamo 2019) e Musetti (Forlì 2020) hanno raccolto in queste realtà i loro primi punti pesanti. Al contrario, per quattordici anni gli Internazionali BNL d'Italia sono stati l'unico torneo ATP sul territorio italiano. I tempi sono cambiati, ma in passato eravamo arrivati ad avere ben otto eventi Grand Prix (picco raggiunto nel 1982), mentre nel biennio 1992-1993 (quando il circuito aveva iniziato a prendere il format attuale) ne avevamo avuti ben sette.

Molti ricorderanno i tornei ATP di Bari (poi spostato a Genova), Firenze, St. Vincent, Bolzano, Bologna, Palermo e Merano, oltre allo storico evento indoor di Milano. Piano piano sono scomparsi tutti, lasciando Roma in triste solitudine. Il movimento è rimasto a galla con i Challenger, ma i tornei ATP sono un'altra cosa. Se la pandemia ha messo in ginocchio tante realtà, ha avuto alcuni effetti positivi: per esempio, l'ATP ha dovuto ridurre gli standard richiesti per l'organizzazione dei suoi tornei, oltre a rassegnarsi ad avere un approccio al calendario più elastico e flessibile. Per questo, l'Italia è tornata in scena. Lo scorso anno, il Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula ha ospitato un ATP 250 in un complesso solitamente destinato ai tornei ITF, mentre in queste ore sta terminando il Sardegna Open presso il Tennis Club Cagliari, che in passato aveva ospitato qualche edizione di un Challenger. Ma non finisce qui: lo spostamento di una settimana del Roland Garros ha creato una settimana di buco nel calendario, aprendo ulteriori chance. Ed ecco la notizia: dal 22 al 29 maggio si giocherà un torneo ATP 250 a Parma.

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L'ATP ha dovuto ridurre gli standard richiesti per l'organizzazione dei suoi tornei, oltre a rassegnarsi a un approccio al calendario più elastico e flessibile. Per questo, l'Italia è tornata in scena.

Un filmato promozionale degli Internazionali di Tennis Emilia Romagna, giocati lo scorso ottobre presso il Tennis Club President

La notizia fa rumore, ma chi segue le faccende di geopolitica tennistica non è troppo sorpreso. Lo scorso anno, Parma ha ospitato due Challenger a distanza di poche settimane: il primo dal 5 all'11 ottobre sulla terra battuta del Tennis Club President (in località Basilicanova di Montechiarugolo), il secondo dal 2 all'8 novembre sul Play-It del Pala Raschi, storica sede degli incontri della Maxicono Parma, iconica formazione di pallavolo. Il secondo evento, in particolare, ha fatto capire quanto le istituzioni cittadine e regionali siano interessate al tennis. L'ATP aveva la necessità di un secondo Challenger in Europa in quella settimana, così si rivolse alla MEF Tennis Events, società umbra che dal 2007 organizza diversi tornei in Italia e non solo (di recente due Challenger alle Canarie e un supporto esterno all'evento di Lugano). Con ancora in corso il primo torneo, la Città, la Regione e l'Azienda di Promozione Turistica regionale (APT) hanno aderito al progetto con entusiasmo.

In sede di presentazione, il capo della segreteria politica della Presidenza della Regione Emilia-Romagna (Giammaria Manghi) accolse con entusiasmo la nascita del torneo, snocciolando una lunga serie di eventi sportivi ospitati dalla Regione, anche in un momento così complicato. Anche il vice-sindaco di Parma Marco Bosi espresse la sua soddisfazione, in particolare per l'utilizzo del Pala Raschi, sul quale l'amministrazione comunale aveva investito parecchio. Stavolta il palazzetto non sarà coinvolto perché si giocherà all'aperto, su terra battuta. Non ci sono ancora certezze, ma gli indizi portano a pensare alla stessa organizzazione dei due Challenger, ovvero il binomio MEF Tennis Events + istituzioni.

La premiazione di Cedrik Marcel Stebe, vincitore degli Internazionali Città di Parma dello scorso novembre (Foto di Marta Magni)

Il Challenger di Parma dello scorso ottobre è stato vinto da Frances Tiafoe in finale su Salvatore Caruso

“Siamo sicuri che il grande tennis tornerà in Emilia-Romagna e a Parma anche nei prossimi anni” disse Marcello Marchesini, presidente di MEF. Parole che suonano profetiche, anche se al termine dell'ultimo torneo le sue idee erano meno ambiziose: “Vorremmo confermare, nel calendario dei nostri Challenger, i tre tornei andati in scena in Emilia-Romagna: quello di Forlì e i due di Parma”. Nessuno poteva pensare che potesse crearsi una situazione così favorevole, ma non resta che apprezzare la capacità di coglierla. Ripetiamo: al momento non ci sono ufficialità, né sulla sede, né sull'effettivo comitato organizzatore: la certezza riguarda l'approdo della città di Parma nel circuito ATP.

Sul piano strategico, la data non è malvagia: lo sarebbe per un Challenger, perché dovrebbe rinunciare a quasi tutti i giocatori compresi tra la 100esima e 200esima posizione, impegnati nelle qualificazioni del Roland Garros. Visto che un torneo ATP ha standard ben più alti, c'è da attendersi un buon campo di partecipazione, anche considerando i dieci italiani tra i top-100 ATP. Probabilmente sarà migliore rispetto a quello del Sardegna Open, che si è dovuto accontentare di Daniel Evans (n. 29 ATP) come prima testa di serie e un cut-off al numero 119. Difficile capire se questi appuntamenti diventeranno strutturali nel calendario ATP, ma per adesso non ci resta che gioire: per la prima volta dal 2005 (allora furono Roma, Milano e Palermo) l'Italia avrà tre tornei ATP. E quest'anno, con le Next Gen Finals e le ATP Finals, l'offerta è davvero deluxe.