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WIMBLEDON

Tocco australiano vs. Potenza ceca

Ashleigh Barty e Karolina Pliskova si giocheranno il titolo ai Championships. La prima evita la ragnatela di palleggi della Kerber, la seconda vince il match-sparatoria contro la Sabalenka. È una buona finale: sarà garantito il contrasto di stili.

Riccardo Bisti
8 luglio 2021

Pur mantenendo la sua eleganza linguistica, Ashleigh Barty si era presentata a Londra con intenzioni bellicose: nella conferenza pre-torneo, disse chiaramente di voler vincere Wimbledon. Lo deve al suo status di numero 1 del mondo (e un po' anche a se stessa, specie dopo il ritiro forzato a Parigi). Fino a ora è stata di parola: Se le prestazioni nei primi match non avevano convinto del tutto, il modo in cui ha battuto Angelique Kerber in semifinale lascia intendere che non aveva spinto al 100%. Di certo, ha elevato la soglia di attenzione nel momento del bisogno. Contro la tedesca c'è stato bisogno della miglior Barty per sigillare il 6-3 7-6 che la spinge in finale ai Championships. Una prestazione talmente positiva da superare gli inevitabili momenti di calo, in cui si è fatta prendere dall'emotività. Non ha mai dato la sensazione di poter perdere, anche quando si è trovata 2-5 nel secondo set, perché aveva sempre lo scambio in mano. A parte i suoi errori, la Kerber doveva fare cose notevoli per aggiudicarsi il punto. E ha dovuto correre moltissimo, sin dal primo punto, spendendo troppe energie. La Barty è stata brava nel soffocare il più possibile le trame tattiche della tedesca, come se avesse una forbice in grado di tagliare la ragnatela di palleggi organizzata da Angie, vincitrice di questo torneo nel 2018.

Annullate due palle break in avvio, è poi salita 3-0 e ha mantenuto il vantaggio fino al 6-3. Nel secondo set, la Kerber ha vissuto il suo momento migliore e – con un andamento fotocopia – è salita prima 3-0 e poi 5-2. Al momento di servire per il set è entrata in un tunnel emotivo, di cui l'australiana ha approfittato con otto punti di fila. 5-5 e palla al centro. A fatica, la Kerber è salita 6-5, ma ormai i buoi erano scappati. Nel tie-break si è trovata rapidamente 0-6, ha vinto tre punti di disperazione, ma il suo ultimo errore ha spedito la Barty nella sua seconda finale Slam in carriera. La suggestione è forte, poiché nel 2021 cadono i cinquant'anni del primo successo di Evonne Goolagong, unica aborigena a vincere Wimbledon. Lo sponsor tecnico di Ash lo sa, e ha preparato un outfit proprio in onore della Goolagong. “È stata quasi la miglior partita che abbia mai giocato – ha detto l'australiana – la Kerber mi ha costretto a dare il meglio, sono orgogliosa di me stessa e sabato avrò la possibilità di coronare un sogno d'infanzia”. Peraltro, esattamente dieci anni fa vinse la prova junior. “Nella mia carriera ho avuto alti e bassi, tante cose mi hanno portato a essere qui. Credo che giocare la finale di Wimbledon sarà la cosa più bella di sempre”.

La grinta di Ashleigh Barty: sogna di diventare la seconda aborigena a vincere Wimbledon dopo Evonne Goolagong

ASICS ROMA

Per sollevare il Rosewater Dish avrà un'avversaria ostica, improvvisamente tornata ai suoi livelli dopo una stagione deludente. Nella seconda semifinale, Karolina Pliskova ha superato Aryna Sabalenka in un match basato su scambi brevi e tanta potenza. È finita 5-7 6-4 6-4, col punteggio in bilico fino alla fine quando. Nel primo set la Pliskova ha avuto diverse occasioni in risposta, ma non ne ha sfruttata neanche una. Sul 5-5 si è trovata 0-40 sul servizio della Sabalenka, ma anche in quell'occasione ha fallito. Nel game successivo ha commesso un pasticcio dopo l'altro, chiudendo addirittura con un doppio fallo. A quel punto ha confermato i progressi mentali visti nei turni precedenti, quando aveva saputo reagire ai momenti di difficoltà. I numeri rafforzano questa idea, poiché le statistiche sono a favore della Sabalenka: più ace (18 a 14), più colpi vincenti (38 a 32) e un migliore saldo tra vincenti ed errori non forzati (+18 a +15).

Tuttavia, alla Pliskova sono bastati due break, uno per set, per indirizzare la partita e sollevare le braccia al cielo, con la consueta sobrietà. Il match non ha molto altro da raccontare, perché entrambe sono rimaste fedeli all'idea di essere aggressive a oltranza. In tutto il primo set, ci sono stati appena due scambi superiori ai 9 colpi. Il Telegraph l'ha definito tennis hard-core, una sparatoria. “Abbiamo giocato bene entrambe, ero un po' frustrata perché lei serviva alla grande – ha detto la Pliskova – ma era ovvio, visto che era in semifinale. Sono felice di aver trovato un modo per vincere. Non mi sono divertita molto perché a ritmi così alti non hai tempo per pensare: credo che la chiave sia stata rimanere concentrata. Devo ringraziare il mio team: sono sempre super-positivi. Grazie a loro ho superato un momento difficile e ho mantenuto fiducia nel mio gioco. Non potevo essermi dimenticata di come si gioca a tennis”. Ci sono sette precedenti tra le finaliste, con un bilancio di 5-2 per la Barty: due match anche sull'erba, sia pure molto datati, entrambi a Nottingham, con una vittoria per parte. Ma è una finale Slam: conterà solo il presente.

WIMBLEDON 2021 – SEMIFINALI DONNE
Ashleigh Barty (AUS) b. Angelique Kerber (GER) 6-3 7-6(3)
Karolina Pliskova (CZE) b. Aryna Sabalenka (BLR) 5-7 6-4 6-4

Già finalista allo Us Open 2016, Karolina Pliskova darà l'assalto al titolo di Wimbledon