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ROLAND GARROS

Rafa è ancora (troppo) distante

Come lo scorso anno, Jannik Sinner serve per il primo set ma non riesce a chiudere. Persa la chance, il match diventa una fotocopia di quello del 2020: la distanza tra Nadal e l'altoatesino è sempre la stessa, almeno sulla terra battuta.

Alessandro Mingrone
7 giugno 2021

“E come l’anno scorso sul mare col pattino vedremo gli ombrelloni lontano. Nessuno ci vedrà” . Non è cambiato lo stesso posto, e non sono cambiati nemmeno gli interpreti. Semmai lo scenario del Philippe Chatrier ha qualche spettatore in più rispetto a quel triste martedì notte del 6 ottobre 2020. Era l’una e mezza e il Roland Garros viveva la sua giornata più lunga, conclusasi però con un match di altissimo livello. Da una parte il padrone e custode del campo, dall'altra chi ambisce a prendere il suo posto. Stavolta si è vissuto il secondo capitolo: Rafa Nadal contro Jannik Sinner per un posto nei quarti del Roland Garros, turno in cui si affrontarono per il loro primo confronto diretto proprio a Bois de Boulogne. La storia non è cambiata rispetto a otto mesi fa, e - se vogliamo - anche dall’ultimo precedente del Foro Italico. Proprio come nel loro primo incrocio, il diciannovenne azzurro ha avuto la possibilità di vincere il primo set, ma non ha dato mai la sensazione di essere l’artefice del proprio destino.

È stato il campione di Manacor con alcuni inusuali (per lui) errori di dritto a tenere a galla le speranze del nativo di San Candido. Questo a testimonianza che anche il più grande di sempre sulla terra rossa sentiva la partita: non a caso, dopo il sorteggio di Roma, aveva dichiarato quanto Sinner rappresentasse il peggior sorteggio. Il peggiore, in questo caso, è stato il servizio della testa di serie nr.18. Chiamato a chiudere il primo parziale, si è totalmente eclissato. Zero prime, zero punti per Sinner e break per Nadal, addirittura a zero. Troppo tenera la battuta e la tenuta mentale dell'altoatesino, o troppo più solida la risposta e la pressione del maiorchino? Un po’ entrambe, visto che da quel momento non c’è stata più partita.

Nadal-Sinner racchiusa in tre minuti

ASICS ROMA

Abulico, e forse per la prima volta con la consapevolezza di non aver armi nel suo bagaglio per poter impensierire Nadal, Sinner si è trovato subito sotto nella seconda frazione. Per sue fortuna, Nadal è parso giocare al ribasso delle sue enormi capacità. Nonostante il doppio break di vantaggio, non ha ucciso definitivamente la partita. Forse non riesce a credere nemmeno lui che sia così semplice, e allora, tra qualche errore e un paio di vincenti di Sinner , l’incontro sembra tornare in equilibrio (da 4-0 a 4-3). Sembra, appunto. Perché il game di servizio per andare sul 4 pari si rivela, ancora una volta, un disastro. Davvero tutto troppo semplice per il trentacinquenne spagnolo, che in poco meno di due ore si trova con due set di vantaggio. Sinner sembra tramortito: più che da Nadal, da se stesso.

Non è stato capace di trovare una reazione ad una giornata così opaca, e la furia spagnola questa volta non si concede altre distrazioni. Entra sempre di più dentro il campo, martellando col suo dritto devastante e in poco più di 15 minuti si trova già 5-0. In questa circostanza Sinner cerca almeno il game dell’orgoglio, provando a strappare il servizio a Nadal. Anche un pugnetto per fare capire che, in ogni caso, lui c’è. Ma è davvero troppo poco, e neanche questa flebile reazione serve ad evitargli un impietoso 6-0. Così termina l’incontro (7-5 6-3 6-0). Tante certezze per Nadal (atteso da Schwartzman nei quarti, in un replay della semifinale dell'anno scorso), mentre Sinner torna a casa con un passo indietro, visto che la prestazione non è stata all'altezza delle attese. Dalle sconfitte si impara, dicono in tanti, ma servirà qualche altra lezione?

Dopo i quarti dell'anno scorso, quest'anno lo Us Open di Sinner si è bloccato negli ottavi