Non solo Alcaraz!

ROMA

8 maggio 2022

Giacomo Ceffoli

Gli occhi degli appassionati sono soprattutto sul giovane spagnolo. Comprensibile, ma Carlitos non è l'unico under 21 meritevole di attenzione. Al Foro Italico si saranno alcuni baby da seguire con interesse, alcuni già affermati. E peccato per il forfait di Musetti...

Il tennis sta vivendo un'interessante fase di transizione. Se i "vecchietti" Nadal e Djokovic sono ancora molto competitivi, il ricambio si fa sempre più concreto. Oltre alle generazione "di mezzo" (i nati dal 1996 al 1999), stanno emergendo alcuni ragazzi nati negli anni 2000 che promettono di offrire grande spettacolo. Alcuni di loro saranno protagonisti anche al Foro Italico, laddove potremo apprezzare i loro progressi. Peccato per il forfait in extremis di Lorenzo Musetti, e c'è un pizzico di sorpresa per l'immediata eliminazione di Holger Rune nelle qualificazioni. Ma un torneo non fa la differenza, quindi vale la pena conoscerli meglio.

FELIX AUGER-ALIASSIME

Data e luogo di nascita: 8 agosto 2000, Montreal
Nazionalità: Canada
Altezza: 1,93m
Best Ranking: 10
Ranking attuale: 10

La storia di Felix Auger-Aliassime è una storia moderna, fatta di integrazione, di unione di culture. Il suo cognome è la somma fra quello della madre, Marie Auger, francese canadese, e tra quello del padre, Sam Aliassime, allenatore di tennis le cui origini giungono fino al Togo, dove è nato e cresciuto, prima di emigrare in Canada a 26 anni. Felix cresce con i genitori a L’Ancienne Lorette, un sobborgo di Quebec City, e a 4 anni impugna per la prima volta una racchetta da tennis. Si allena con il padre nella adiacente Quebec City fino al 2014, quando si trasferisce a Montreal sotto l’egida della Federazione tennistica canadese. Auger-Aliassime è un talento precoce: a 14 anni e 11 mesi vince il suo primo match a livello Challenger, il più giovane di sempre a riuscirci; vince lo US Open Junior nel 2016 e diventa il numero 2 della categoria. Nel 2017 vince il suo primo titolo Challenger, nel 2019 raggiunge 3 finali ATP, ripetendosi l’anno successivo. Nel 2021 gioca altre due finali, ma soprattutto raggiunge la semifinale agli US Open ed entra per la prima volta in top 10; tuttavia, in tutte le finali giocate non era riuscito a vincere neppure un set.

L’anno “della svolta” sotto questo punto di vista, è il 2022. Prima arriva arriva ad un solo punto dal battere il finalista Medvedev all’Australian Open, ed a febbraio vince il suo primo torneo ATP, il 500 di Rotterdam, battendo in finale Tsitsipas in due set. Risultati resi possibili anche dalla collaborazione con Toni Nadal, zio ed ex allenatore di Rafa, iniziata a partire dall’estate del 2021, che ha portato “maggiore consistenza” nella testa e nel gioco di Felix, a detta del suo allenatore Frederic Fontang. Ragazzo intelligente e maturo, ama suonare il pianoforte e sogna di giocare e vincere una finale Slam. Sul campo da tennis Auger-Aliassime è il prototipo del giocatore moderno ideale: fisico longilineo, resistente ed agile, è dotato di un ottimo servizio e dritto, anche se dal lato del rovescio può ancora migliorare. Nonostante sia cresciuto giocando sulla terra, le sue caratteristiche gli garantiscono migliori risultati sulle superfici più veloci. Vale la pena menzionare anche il suo impegno al di fuori dal campo: nonostante la giovane età, ha già dato vita a notevoli iniziative benefiche. Per esempio la #FAAPointsforchange, un programma con cui ha raccolto denaro anche per i giovani del Togo, paese a cui è naturalmente legato.

ASICS ROMA

Felix Auger-Aliassime è stato capace di vincere un match nel circuito Challenger prima di compiere 15 anni

HEAD

JANNIK SINNER

Data e luogo di nascita: 16 agosto 2001, San Candido (Bz)
Nazionalità: Italia
Altezza: 1,91m
Best ranking: 10
Ranking attuale: 12

Per Sinner il tennis non è stato uno sport “naturale”. Cresce a Sesto Pusteria (Sexten), tra le montagne del Sud Tirolo e a 4 anni, come (quasi) ogni altoatesino, inizia a sciare: nello sci ottiene sin da subito ottimi risultati a livello nazionale. Il tennis, di conseguenza, rimane solo uno sport secondario ed un hobby per Jannik, che decide però, a 13 anni, di abbandonare lo sci per dedicarsi a tempo pieno al tennis. In poco tempo il suo talento viene notato da Massimo Sartori, il quale fa conoscere il ragazzo a Riccardo Piatti, che non ci pensa due volte ad invitarlo presso la sua accademia a Bordighera. Jannik si trasferisce all'età di 14 anni in Liguria, quasi senza conoscere l’italiano, e negli anni a seguire trascura quasi interamente il circuito Junior, scegliendo di giocare tornei ITF. Il 2019 è l’anno in cui Sinner si fa notare agli occhi del grande pubblico: vince il suo primo match a livello ATP a Roma, ma soprattutto a fine anno, vince a sorpresa, quasi dominando, le ATP Next Gen Finals di Milano. Nel 2020 vince il suo primo torneo ATP, a Sofia. Nel 2021 vince quattro titoli ATP, raggiunge i top 10 e gioca (sia pure da riserva) le ATP Finals.

Il 2022 inizia in modo burrascoso per Sinner: lascia, tra lo stupore generale, lo storico allenatore Piatti, quasi una figura paterna per lui, a favore del giovane Simone Vagnozzi. Un cambio inaspettato, una decisione repentina, quasi frettolosa, soprattutto per un ragazzo mite e temperato come Sinner: Jannik che, da sempre, trasporta questa sua calma anche sul campo da tennis, dove raramente è preda delle sue emozioni. Sinner ha un fisico longilineo, asciutto, ma nonostante ciò il suo è un tennis estremamente potente ed incisivo, in cui predilige il gioco da fondo, in cui è tra i migliori al mondo: colpisce con grande naturalezza col rovescio a due mani, ed il dritto è un colpo in miglioramento. Col servizio ancora non ottiene quanto potrebbe, data la statura, ma soprattutto il gioco a rete e le variazioni non sono ancora di alto livello, ma sono aspetti su cui sta lavorando molto. Ama le condizioni rapide, su tutte il cemento indoor, superficie sulla quale è cresciuto. Forse tra i suoi maggiori punti di forza c’è la mentalità, la sua etica del lavoro: più volte Sinner ha ribadito di “non aver talento”, bensì solamente di lavorare molto. Se sulla prima parte della sua affermazione si può avere più di qualche ragionevole dubbio, non si può mettere in discussione quanto il lavoro, la voglia di migliorare, potranno contribuire a rendere grande Sinner.

SEBASTIAN KORDA

Data e luogo di nascita: 5 luglio 2000, Bradenton, Florida
Nazionalità: Stati Uniti
Altezza: 1,96 m
Best ranking: 30
Ranking attuale: 30

Nascendo in una famiglia di tennisti, da padre e madre ex professionisti di successo dello sport, ci si aspetterebbe che i figli seguissero le orme dei genitori; eppure Jessica e Nelly Korda, le prime due figlie di Petr Korda e Regina Rajchrtová, hanno scelto diversamente: entrambe professioniste nel golf, la sorella minore Nelly è addirittura arrivata al primo posto nel ranking mondiale. Anche Sebastian avrebbe scelto di giocare a golf o a hockey su ghiaccio se il padre non l’avesse portato a vedere gli US Open nel 2009, quando allenava Stepanek: fu quello il momento in cui “Sebi” scelse di giocare a tennis. La mentalità ereditata dai genitori, che ha aiutato a portare in alto nello sport anche le sorelle, sarà la solida base su cui Korda svilupperà il proprio gioco. Agli inizi è soprattutto la madre, più del padre, a seguirne lo sviluppo tecnico e caratteriale sui campi da tennis. Crescendo, il padre ne diventa allenatore a tempo pieno, affiancato a partire dal 2017 da Dean Goldfine, allenatore anche di Roddick e dal 2020 da Theodor Devoty. Anche Agassi e Steffi Graf sono entrati a far parte del team di Sebastian, anche se solo temporaneamente.

La crescita di Korda è stata costante e regolare. Conquista il primo punto da professionista nel 2016; nel 2018 vince l’Australian Open Junior (20 anni dopo il trionfo del padre Petr nel torneo dei grandi), e gioca il suo primo match ATP allo US Open; nel 2019 vince i suoi primi match da pro nei Challenger. Nel 2020 raggiunge i quarti a Parigi, e nel 2021 vince il suo primo titolo ATP a Parma, entrando tra i primi 50 del mondo. A Madrid ha aggiornato il suo best ranking, raggiungendo la top 30 in classifica. Korda in campo ha un carattere controllato, sa gestire le proprie emozioni. A differenza del padre gioca il rovescio a due mani, che nel suo caso è un colpo più naturale del dritto. Si muove bene per uno della sua stazza, ed ha anche un buon tocco nei pressi della rete. Il servizio non è estremamente potente, ma da fondo sa imprimere potenza nei colpi con discreta facilità, e tutto lascia intendere che il suo ranking ed i suoi risultati possano solo migliorare col tempo. Dato il suo carattere equilibrato, ragiona per piccoli passi: il suo prossimo obiettivo è di entrare in top 20, ma è verosimile immaginare prospettive ancora migliori per “Sebi”.

HOLGER VITUS NODSKOV RUNE

Data e luogo di nascita: 29 aprile 2003, Gentofte, Denmark
Nazionalità: Danimarca
Altezza: 1,88m
Best Ranking: 42
Ranking attuale: 42

“Nadal è una grande ispirazione e ha un grande carattere. Io lavoro ogni giorno per essere bravo come lui, ma non sono ancora al suo livello. C'è ancora parecchia strada da fare, ma credo di poter battere il suo record” [Riferendosi ai dei 13 titoli al Roland Garros]: Correva l'anno 2019, e a soli 17 anni Rune aveva già chiaro in mente il suo obiettivo; bastano queste dichiarazioni per presentare il carattere ambizioso e la grandiosa autostima di Holger Rune. D’altronde, Rune, da quando gioca a tennis, non ha mai accettato di arrivare secondo, e non si è mai abituato ad esserlo. Da ragazzino, nei primi tornei in cui perse in finale, si rifiutò di portare a casa il trofeo per il secondo classificato. Nei circuiti giovanili ha spesso primeggiato a livello nazionale ed europeo, e dopo aver vinto il Roland Garros 2019 a livello junior, ha raggiunto anche l’obiettivo di diventare numero 1. Nel 2020 si lancia nel circuito dei professionisti, ma i primi buoni risultati arrivano l’anno successivo, in cui vince il suo primo Challenger, e sul finale della stagione si permette anche di strappare un set a Djokovic allo US Open. Il 2022 segna un notevole salto di qualità: entra in top 100 a gennaio, e a Monaco di Baviera vince il suo primo torneo ATP nella settimana in cui compie 19 anni, dopo aver battuto sul suo cammino anche Sascha Zverev.

La sua reazione al trionfo è stata positiva, chiaramente, ma Rune di certo non si accontenterà: “Non sarò soddisfatto fino a quando non sarò numero 1”, ha ricordato giusto qualche settimana fa in un’intervista a Belgrado. Rune è allenato da Lars Christensen, che lo segue da quando era un ragazzino; al suo fianco, la costante presenza della madre Aneke, che tutt’oggi segue ogni partita dal box del figlio. Sul campo da tennis, a volte sembra che la sua fame di vittorie, unita alla sua presunzione, abbiano la meglio sulla lucidità: l’anno scorso è stato sanzionato dall’ATP per qualche espressione sopra le righe, ma Holger ha assicurato che sta lavorando per migliorarsi anche sul piano mentale e caratteriale. Dal punto di vista tecnico Rune ha già un gioco abbastanza completo: gioca meglio il rovescio a due mani, un colpo molto naturale per lui, che il dritto, ma serve bene per un classe 2003 e non ha paura di osare, di rischiare i propri colpi, di giocare la smorzata, talvolta di giocare serve and volley. D’altronde, Holger non sembra proprio il tipo da avere poca fiducia in sé stesso…

LORENZO MUSETTI

Data e luogo di nascita: 3 marzo 2002, Carrara
Nazionalità: Italia
Altezza: 1,85m
Best Ranking: 51
Ranking attuale: 51

Se il diavolo proponesse un patto a Lorenzo Musetti, garantendogli di arrivare al primo posto del ranking in cambio del suo rovescio a una mano, delle sue smorzate e del suo gioco elegante e virtuoso, beh, penso che Musetti direbbe di no: già, perché l’italiano è un vero esteta del tennis, insegue la vittoria ma vuole farlo (come si direbbe nel calcio) giocando bene. Per questo, in una generazione di “picchiatori” da fondo campo risalta ancora la ricerca dell’eleganza nei gesti di Lorenzo Musetti. Il carrarini inizia a giocare a tennis all’età di 4 anni. Cresce idolatrando Roger Federer, su cui modella il proprio gioco. A 11 anni inizia ad allenarsi stabilmente al circolo tennistico di La Spezia, dove conosce e viene allenato da Simone Tartarini, il quale tutt’oggi rimane il suo coach che Lorenzo “non vorrebbe mai cambiare”. A livello juniores, nel 2018 raggiunge la sua prima finale Slam agli US Open, che perde: qualche mese più tardi riuscirà a vincere gli Australian Open, diventando l’italiano più giovane a riuscirci. Nel 2019 vince il suo primo incontro a livello Challenger, mentre nel 2020 fa altrettanto nel circuito ATP, oltre ad aggiudicarsi il suo primo titolo Challenger.

Il 2021 è il miglior anno della sua giovane carriera: coglie due semifinali a livello ATP, e negli ottavi di Parigi va addirittura in vantaggio per due set a zero contro Djokovic, ma finisce la benzina sul più bello. Oggi gode del suo miglior ranking al numero 51. Dal punto di vista caratteriale, sul campo da tennis, Musetti non è sempre impeccabile: in qualche occasione gli capita di innervosirsi e di perdere la concentrazione. Sotto l’aspetto tecnico Musetti è un giocatore talentuoso, in grado di giocare variazioni pregevoli, ma tante volte si trova in situazioni di difficoltà a causa della sua tendenza a cedere campo all’avversario. Con il rovescio a una mano fatica in risposta, ma sa comunque trovare buone soluzioni offensive; anche nel colpire il dritto molte volte arretra perdendo campo, nonostante sia un colpo con il quale sa far male se ha tempo per colpire. Date le sue caratteristiche, si trova maggiormente a suo agio sui campi in terra rossa. Adesso per Musetti verrà la sfida più importante: riuscire a essere vincente in un’epoca in cui non sembra esserci più spazio per la raffinatezza.