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ROLAND GARROS

Non chiamatela più doppista

La semifinale al Roland Garros certifica il nuovo status di Barbora Krejcikova: è una top-player anche in singolare. “Non volevo specializzarmi ad appena 22 anni. Ho sempre creduto di poter arrivare fino a qui”. E forse non è ancora finita. Il dolce ricordo di Jana Novotna.

Riccardo Bisti
9 giugno 2021

Soltanto nove mesi fa, Barbora Krejcikova si trovava fuori dalle top-100 WTA. Sembrava destinata a un ruolo da doppista d'elite, invece ha effettuato un improvviso salto di qualità, sublimato dalla semifinale al Roland Garros, ottenuta con la splendida vittoria su Coco Gauff (7-6 6-3 lo score). Gli indizi c'erano tutti (finale a Dubai, vittoria a Strasburgo), ma oggi Barbora è a tutti gli effetti una top-player anche in singolare. È già certa di entrare tra le top-25 WTA, ed è già sesta nella classifica stagionale. La sua storia può essere un esempio, un'ispirazione per chi viene etichettato come specialista. Contro la Gauff ha mostrato grande classe, giocando nel migliore dei modi quando era in svantaggio, e mostrando la freddezza necessaria al momento di chiudere, bloccando la vigorosa rimonta dell'americana. Il salto di qualità della Krejcikova è arrivato dopo la pandemia, e non è un caso. “Mi ha aiutato molto trascorrere un po' di tempo a casa, giocando tornei nel mio Paese. Mi sono potuta allenare con ragazze meglio classificate di me.

Ho accumulato esperienza, poi per fortuna la COVID non ha avuto un grosso impatto in Repubblica Ceca, dunque si sono giocati tanti tornei. Mi sono potuta dividere tra singolare e doppio, rendendomi conto che ci sono cose più importanti del tennis. Noi ci arrabbiamo per una partita, ma c'era gente che perdeva la vita. Così mi sono rilassata e ho cambiato completamente il mio approccio”. Eppure, prima degli ottavi contro la Stephens aveva avuto un attacco di panico. Si era chiusa nella sala del fisioterapista, piangeva, non voleva scendere in campo. “Aveva già battuto due Karolina, io potevo essere la terza, poi lei è più esperta di me – racconta – temevo di perdere 6-0 6-0. Alla fine credo che tutto questo mi abbia aiutato, perché ero totalmente rilassata. È stato fondamentale parlare con lo psicologo. Una volta scesa in campo, è passato tutto”. Risultato? 6-2 6-0...

La fantastica prestazione con cui Barbora Krejcikova ha centrato la semifinale al Roland Garros

ASICS ROMA

Ha mostrato qualche segno di tensione anche nei primi game contro la Gauff (subito sotto 0-3, poi 3-5). Il modo in cui ha annullato tre dei cinque setpoint, tuttavia, ha mostrato una notevole maturazione.. Questo torneo dovrebbe toglierle di dosso, finalmente, l'etichetta di doppista. “Per tutto il mondo era così, però non ho mai pensato di smettere con il singolare. Ho vinto il mio primo Slam nel 2018 e non ho mai pensato di dedicarmi solo al doppio a 22 anni. Volevo giocare in singolo, migliorare e affrontare le più forti. Ho sempre avuto la sensazione di potercela fare. Adesso sento finalmente di essere dove volevo. Dove ho sempre desiderato di essere”. Dietro ogni successo della Krejcikova, poi, c'è il commosso ricordo di Jana Novotna.

Fu lei ad accompagnarla nel professionismo, a farle muovere i primi passi in un mondo che non conosceva. La sua perdita è stata un momento molto duro. “Penso sempre a lei, ogni volta che entro ed esco dal campo. A volte mi domando cosa mi direbbe dopo tutte queste vittorie. È davvero triste non averla qui, non poterla ascoltare né averla vicino. La sua famiglia e i suoi amici mi sostengono molto, è una bella cosa. Ha sempre creduto che potessi arrivare fino a qui, ma è triste pensare che non è più con noi”. La Novotna si è fermata per due volte in semifinale a Parigi, nel 1989 e nel 1996. L'avventura della Krejcikova potrebbe non essere finita qui: per un posto in finale sfiderà Maria Sakkari, battuta due volte in altrettanti precedenti, l'ultimo tre mesi fa a Dubai. Il sogno può ancora andare avanti.

Le qualità da doppista stanno dando una grossa mano a Barbora Krejcikova anche in singolare