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NITTO ATP FINALS

Nol-Eight! Il numero 1 è ancora Djokovic

Battendo Holger Rune a Torino, Novak Djokovic si garantisce di chiudere l'anno al numero 1 ATP. È l'ottava volta, eguagliata Steffi Graf. Non ci fosse stato il Covid, l'avrebbe già superata. Raggiunte le 400 settimane in vetta, è atteso dal match più atteso: martedì sera se la vedrà con Jannik Sinner.

Riccardo Bisti
13 novembre 2023

Il pensiero è andato a dodici mesi fa, quando Novak Djokovic aveva chiuso la stagione al numero 5. Il leader Carlos Alcaraz aveva intascato 6.820 punti, esattamente 2.000 più di lui. Ma il 2022 è stata una stagione particolare per il serbo, in cui è stato costretto a saltare due Slam per le celeberrime scelte legate al vaccino. Senza contare i due Masters 1000 americani di agosto. Scelte che hanno pesantemente condizionato la sua classifica, al punto da costringerlo a giocare due tornei minori (Tel Aviv e Astana) per garantirsi la qualificazione alle ATP Finals. Nonostante tutto, senza la scelta politica dell'ATP (non assegnare punti a Wimbledon perché avevano escluso russi e bielorussi) avrebbe comunque chiuso la stagione in vetta, poiché i 2.000 punti intascati a Londra non sono mai finiti nel suo breakdown. Per questo, chiudere il 2023 al numero 1 del mondo ha un sapore doppiamente speciale. Non c'erano grossi dubbi, poiché il margine su Alcaraz era enorme (1.470 punti alla vigilia del Masters), ma adesso è tempo di (rapide) celebrazioni.

Battendo Holger Rune nel suo primo match torinese (una battaglia di oltre tre ore, chiusa col punteggio di 7-6 6-7 6-3) si è garantito la certezza di restare al comando anche dopo le Finals. È l'ottava volta che ci riesce, aggiornando un record che già gli apparteneva. Adesso ha staccato di due lunghezze Pete Sampras, che ha chiuso davanti a tutti per sei anni di fila (1993-1998). Inotre ha aggiornato un altro record personale: a 36 anni e mezzo, è il più anziano di sempre a chiudere la stagione in vetta. Aveva già ottenuto il record nel 2021, oggi lo ha reso ancora più difficile da battere. Non è nemmeno troppo distante dal record assoluto di Roger Federer, il più anziano numero 1 di sempre. Lo svizzero aveva 36 anni, 10 mesi e 10 giorni il 18 giugno 2018, ultima volta in cui ha guardato tutti dall'alto. Per battere (anche) questo primato, Djokovic dovrà trovarsi in vetta da aprile 2024 in poi. Non certo impossibile, anche perché avrà la possibilità di giocare a Indian Wells e Miami, tornei che gli sono stati preclusi nel 2023, ultime tracce delle restrizioni Covid.

ASICS ROMA
«Sinner è in gran forma e quest'anno ha giocato il miglior tennis della sua carriera. Poi ha il pubblico dalla sua parte. Si tratta di uno dei migliori colpitori del circuito, conosco bene il suo gioco. Non ci ho mai perso ma abbiamo avuto delle grandi battaglie» 
Novak Djokovic

Più in generale, il suo 2023 rimane straordinario a prescindere dall'esito delle ATP Finals: il bilancio racconta di 52 vittorie e 5 sconfitte e sei titoli, tra cui tre Slam (Australian Open, Roland Garros, Us Open) e due Masters 1000 (Cincinnati e Parigi Bercy). Qualità infinita che gli ha già dato la certezza matematica di restare in vetta fino all'8 gennaio: vuol dire che arriverà ad almeno 406 settimane in vetta. “Non voglio pensare più di tanto ai risultati e a quello che ho ottenuto – ha ribadito – per continuare ad avere fame di successi, per me funziona restare concentrato sulle prossime sfide”. Strategia vincente, visto che gli ha permesso di battere un ottimo Holger Rune, al termine dell'ennesima battaglia. Quando affronta il danese sembra scritto che si debba assistere a una maratona. “Mi sembra di giocare contro uno specchio” ha detto, in una sorta di investitura per il neo-allievo del suo ex coach, Boris Becker. Un match di alta qualità, in cui, ancora una volta, non ha nascosto le sue umane debolezze.

Al cambio di campo sul 2-1 nel terzo set (dopo aver perso il break di vantaggio intascato in avvio) ha rotto un paio di racchette, schiacciandole con il piede. “Non sono orgoglioso di quello che ho fatto, chiedo scusa a tutti i bambini. Purtroppo quando le emozioni sono così forti può capitare. Per fortuna mi sono liberato abbastanza in fretta da quella negatività”. Vero, perché poi ha strappato il servizio a Rune per l'ultima volta e ha portato a termine un impegno che ha fissato un martedì sera da urlo, la Sfida delle Sfide contro Jannik Sinner, l'incrocio più atteso del torneo. “Sapevo che mi mancava una sola vittoria per chiudere l'anno al numero 1, e non volevo prolungare l'attesa. Ë sempre stato un mio grande obiettivo, a parte gli Slam è la cosa che conta di più. Riuscirci in questa fase della mia carriera è straordinario. A inizio anno avevo dato la prorità ai tornei del Grande Slam, ma grazie agli ottimi risultati mi sono messo in buona posizione per riuscirci, dunque ci ho provato”.

Il bilancio stagionale di Djokovic parla di 52 vittorie e 5 sconfitte (14-3 contro i top-10)

Dal 2011 a oggi, le otto stagioni da leader di Novak Djokovic

In una conferenza stampa tenutasi all'1.45, gli hanno chiesto se il 2023 può essere considerato la sua migliore stagione. “Forse non la migliore, ma una di quelle. Vincere tre Slam, perdere la finale nel quarto e non considerarla la migliore... non è male vivere questo tipo di situazioni”. Ha però ricordato che aveva fatto più o meno altrettanto nel 2011 e nel 2015, ma allora aveva vinto più partite. “Mi sentivo più dominante nel tour”. Ma all'epoca era nel pieno delle forze, mentre adesso deve centellinare ogni singolo grammo di energia per arrivare al 100% quando conta. Quest'anno gli è riuscito alla grande, ma non è ancora finita. Più che vincere il Masters per la settima volta (sarebbe un altro record), sogna di portare in Serbia la seconda Davis della sua storia. Avrà pensato che tredici anni dalla prima (e unica) volta siano un po' troppi. Ma prima di recarsi a Malaga c'è un impegno da onorare, a partire dalla sfida contro Sinner, in cui – presumibilmente – si giocherà il primo posto nel girone, poiché è difficile immaginarlo sconfitto giovedì contro Stefanos Tsitsipas (con il quale è avanti 11-2 negli scontri diretti).

Gli hanno chiesto quali sono le qualità di Sinner, magari quelle non possedute da Rune. “Probabilmente ha un dritto migliore” ha detto. “Oggi Holger ha giocato a un livello altissimo, probabilmente sarebbe stato in grado di batterlo. Da parte sua, Jannik è in gran forma e quest'anno ha giocato il miglior tennis della sua carriera. Poi ha il pubblico dalla sua parte. Si tratta di uno dei migliori colpitori del circuito, conosco bene il suo gioco. Non ci ho mai perso ma abbiamo avuto delle grandi battaglie. Mi preparerò al meglio e so cosa aspettarmi. Da lui mi aspetto il massimo”. Intanto si gode l'ennesimo record: ormai quelli maschili non gli bastano più, ma guarda anche a quelli unisex. Eguagliato quello degli Slam e intascato quello delle settimane complessive al numero 1, ha pareggiato le otto stagioni chiuse in vetta da Steffi Graf. Non ci fosse stato il Covid, l'avrebbe già superata. Ma non crediamo che si possa lamentare di quanto ottenuto fino a oggi.

NITTO ATP FINALS 2023 – GRUPPO VERDE
Jannik Sinner (ITA) b. Stefanos Tsitsipas (GRE) 6-4 6-4
Novak Djokovic (SRB) b. Holger Rune (DAN) 7-6(4) 6-7(1) 6-3