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IL CASO

Il doppio fallo di Dayana Yastremska

In un periodo di grandi proteste anti-razziste, con il movimento Black Lives Matter in prima linea, diversi tennisti hanno espresso la loro opinione. Lo ha fatto anche Dayana Yastremska, pubblicando un'immagine piuttosto infelice. Un giornalista americano l'ha analizzata, riconoscendole buona fede ma anche una certa superficialità

Staff Tennis Magazine
12 luglio 2020

Riportiamo l'articolo realizzato da Giri Nathan su Racquet Magazine, in cui - da cronista nero - analizza la scelta di Dayana Yastremska di pubblicare un post anti-razzista e poi cancellarlo a seguito di diverse critiche.



I giorni dell'America come superpotenza economica sono ormai lontani. Tuttavia, nel bene e nel male, gli States rimangono il Paese che esporta più cultura. La cultura pop americana diventa rapidamente quella globale. Le preoccupazioni politiche americane diventano spesso preoccupazioni politiche globali. Nelle ultime settimane, in particolare, le frustrazioni americane sono state trasmesse in tutto il mondo. La proteste di massa contro le brutalità della polizia sono iniziate negli Stati Uniti dopo l'uccisione di George Floyd a Minneapolis, per poi diffondersi in tutto il mondo: Kazakhstan, Giappone, Estonia, ovunque. A volte – ma non sempre – le proteste si sono svolte nei pressi delle ambasciate statunitensi. Le proteste americane si sono rispecchiate anche in paesi in cui le forze di polizia non sono così militarizzate o irresponsabili come accade negli Stati Uniti. Paesi nei quali il razzismo sistemico può esistere, ma differisce notevolmente nei particolari, viste le demografie e le storie locali. Paesi in cui i concetti americani di razza non si adattano perfettamente a quelli locali. In sintesi, l'agitazione americana è diventata globale su aspetti che tutti possono riconoscere come sbagliati: pubblici ufficiali che commettono atti di violenza, spinti da pregiudizi basati sul colore della pelle.

In questo 2020, Dayana Yastremska ha esordito come cantante con il singolo "Thousand of me"

Victoria Azarenka afferma di aver parlato con Serena Williams per capire meglio l'emozione di odiare qualcuno a causa del colore della sua pelle. I suoi limiti cognitivi non frenano il suo sostegno.

Prendete uno sport internazionale e decentralizzato come il tennis. Osservare cosa è successo in questo momdo è stato interessante. Alcuni giocatori sono perfettamente adeguati per il compito. Ci sono atleti neri americani che parlano di un argomento che vivono ogni giorno. James Blake racconta di come era stato brutalizzato dalla polizia, nonostante il suo passato da atleta milionario; Coco Gauff utilizza un'ingegnosa esca e orienta i suoi tifosi a chiedere giustizia per la crudele uccisione di Breonna Taylor; Frances Tiafoe coinvolge altri giocatori per realizzare un video di protesta e chiede nuove pipeline di talenti per diversificare il tennis negli Stati Uniti; Naomi Osaka spiega perché è volata a Minneapolis per esprimere il suo dolore, e come funziona la questione razziale in Giappone. Questi giocatori utilizzano un linguaggio, e parlano in in contesto politico a loro familiare. Le loro dichiarazioni sono importanti e meritano l'attenzione del pubblico. E poi, beh, ci sono tutti gli altri. Per la maggior parte hanno buone intenzioni, anche se sono un po' goffi. Certo, ci vorrebbe un po' di curiosità sul mondo esterno per capire cosa stia davvero succedendo negli Stati Uniti: a ben vedere, non tutti gli americani hanno la pazienza o l'empatia per farlo. Inoltre, non dovrebbero tornare il prima possibile sui campi di allenamento?

Tuttavia, dovrebbero essere felici di avere slogan efficaci. Ci sono allenatori che indossano magliette del movimento Black Lives Matter durante l'esibizione di Patrick Mouratoglou. C'è una giocatrice come Victoria Azarenka, che nel podcast di Racquet Mag parla di cause di sostegno, anche se non riesce ancora a comprendere del tutto i fatti del razzismo americano. Cresciuta in Bielorussia, pur avendo vissuto negli Stati Uniti gran parte della sua vita adulta, afferma di aver parlato con Serena Williams per capire meglio l'emozione di odiare qualcuno a causa del colore della sua pelle. I suoi limiti cognitivi non frenano il suo sostegno. “Non riesco a capire cosa provano le persone – dice – ma vorrei soltanto essere d'aiuto nel momento in cui posso esserlo, indipendentemente dalla situazione reale. Se posso aiutare qualcuno a fare meglio o a essere migliore, perché non dovrei cogliere l'occasione per farlo?”.

"Sono molto delusa che il mio messaggio sia stato frainteso: quelle immagini hanno diviso le persone, quando invece avrebbero voluto unirle. Questa è la ragione per cui le ho cancellate" Dayana Yastremska

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    I followers di Dayana Yastremska sul suo profilo Twitter. Il post anti-razzista è stato cancellato.

E poi c'è una giovane giocatrice come Dayana Yastremska, proveniente dalla vicina Ucraina, che questa settimana ha mostrato al mondo alcune immagini infelici. Metà del suo corpo è dipinto in modo da assomigliare a una persona di colore, con la didascalia “UGUAGLIANZA”. Penso che una ventenne cresciuta in un Paese come l'Ucraina, in crisi demografica, con lo stile di vita richiesto dal tennis, sia ben attrezzata per commentare questo momento culturale? No. Penso che una giocatrice tra le top-25 WTA debba avere un manager abbastanza esperto da dirgli di non produrre un'immagine che trasmetterà un sapore piuttosto amaro in molte altre parti del mondo? Probabilmente. Penso che abbia fatto il gesto in buona fede, sia pur lontana dalle storie umilianti delle persone di colore in buona parte del mondo? Certo, e sembra che abbia capito di non aver fatto la cosa giusta.

Ma penso anche che sia stato un gesto vanitoso, usa e getta, con una sfumatura di benessere? , e in questo senso non vale la pena difenderla. Da allora la Yastremska si è scusata, dicendo: “Non intendevo fare una caricatura, ma condividere i miei sentimenti sulla situazione attuale: dovremmo essere tutti considerati uguali. Sono molto delusa che il mio messaggio sia stato frainteso: quelle immagini hanno diviso le persone, quando invece avrebbero voluto unirle. Questa è la ragione per cui le ho cancellate”. Adesso le immagini sono sparite, ma i cacciatori di gaffe (ovvero, gli utenti di internet) le ricorderanno come uno dei passaggi più infelici del 2020. È sempre affascinante, da americano, vedere le nostre preoccupazioni riflesse sul resto del mondo. Se saremo così egocentrici, il minimo che possiamo fare è essere curiosi dal nostro rispecchiarci sugli altri.