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L'EMERGENTE

Il baby fenomeno che ha stregato Pat Cash

All'esordio nel circuito ATP, il diciottenne Brandon Nakashima ha subito raggiunto i quarti di finale. Da qualche settimana, è seguito da Pat Cash: “Ha fatto miglioramenti impressionanti e mi piace come gioca sotto pressione” dice l'ex campione di Wimbledon. Lui vorrebbe raggiungere i top-10 in due-tre anni.

Riccardo Bisti
2 marzo 2020

L'ultimo americano a raggiungere la semifinale all'esordio nel circuito ATP era stato Wade McGuire nel 1994, quando si spinse al penultimo atto ad Atlanta. 26 anni dopo, Brandon Nakashima è stato a un passo dall'imitarlo, ma poi si è bloccato contro Yoshihito Nishioka nei quarti del torneo di Delray Beach. Numero 294 ATP, era stato ammesso grazie a una wild card e ha ripagato la fiducia degli organizzatori con un paio di scalpi di livello come Vesely e Norrie. E pensare che gliel'hanno fatto sudare, 'sto benedetto invito. “Avevamo chiesto la wild card con un paio di settimane d'anticipo, ma non arrivava una risposta. Per questo, 4-5 giorni prima del torneo avevamo pianificato una settimana di allenamento in California”. Invece, nella mattinata del giorno di San Valentino è arrivato l'omaggio: il suo manager gli ha comunicato l'accettazione della wild card. Il giorno dopo è partito per la Florida, è arrivato nel tardo pomeriggio e ha effettuato un leggero allenamento. Dopo un paio di sedute domenica, lunedì è sceso in campo contro Jiri Vesely, fresco vincitore dell'ATP di Pune. Nessun problema: l'americano dalle radici giapponese e vietnamita si è imposto con un convincente 7-6 6-1. “Lo conoscevo un po' e avevo visto che si era aggiudicato un torneo un paio di settimane prima – racconta Nakashima, che in questi giorni è impegnato al ricco Challenger di Indian Wells – mi sono concentrato sul mio gioco ed è stata una buona partita, anche se non mi aspettavo che calasse così tanto nel secondo set. Forse ha patito il caldo”. Sullo slancio, ha superato un altro buon giocatore come Cameron Norrie. “Lo conoscevo meno: lo avevo visto un paio di volte in TV ma non ci eravamo mai allenati insieme. Vincere il primo set mi ha dato grande slancio. Contro Vesely c'erano stati parecchi punti rapidi, mentre al secondo turno ho dovuto palleggiare molto di più”. E così si è trovato a giocare un quarto di finale con un “quasi” connazionale, visto che il cognome di Nakashima tradisce chiare origini giapponesi, così come i suoi occhi a mandorla. “Ho approcciato il match pensando di poter vincere, ma sapevo che sarebbe stata una battaglia perché lui rimanda quadi tutto di là. Ho vinto bene il primo set, e mi sono ripetuto anche nel secondo, ma sono bastati un paio di errori per decidere tutto. Contro un giocatore di qualità basta questo. È stata una partita ben giocata da entrambi”.

"Pensavo potesse entrare tra i top-50, ma dopo averlo visto credo che possa salire ancora più in alto. Se segue un piano di gioco, potrà essere testa di serie negli Slam entro un paio d'anni”
Pat Cash

La finale del Junior Masters 2018, vinta contro Tseng

Da qualche tempo, il team di Nakashima si è arricchito con un top coach. Al suo angolo siede (anche) Pat Cash, campione di Wimbledon 1987, reduce dall'esperienza con CoCo Vandeweghe. Il mitico “pirata” era al suo angolo nella settimana di Delray Beach. “Eravamo d'accordo per allenarci in California, ma quando ho ottenuto la wild card ha cambiato la destinazione del suo volo e mi ha raggiunto in Florida – racconta Nakashima – in realtà non mi ha detto molto. È stato un piacere conoscerlo e vederlo al mio angolo. Andremo avanti per qualche settimana e vedremo se sarà il caso di proseguire. Intanto si è fatto un'idea del mio gioco e adesso lavoreremo un po' in California”. Da qualche mese, Nakashima (che compirà 19 anni il prossimo 3 agosto) lavora con il giovane tecnico californiano Beau Treyz. “Ed è una bella esperienza: mi piacerebbe molto che lui e Pat possano viaggiare insieme in futuro”. Ma com'è nata la possibilità di questa strana partnership? Per quanto promettente, Nakashima non ha ancora colto risultati tali da giustificare l'interesse di un personaggio come Cash. Ok, è stato numero 3 junior e nel 2018 ha vinto il Masters giovanile in finale su Tseng, ma negli Slam ha colto al massimo la semifinale allo Us Open 2019, quando ormai era quasi “fuori categoria”. Negli stessi giorni, per dire, Jannik Sinner (che è nato due settimane dopo di lui) si qualificava per il tabellone principale. Tra i professionisti, Brandon ha vinto due Future, l'ultimo un mese fa a Rancho Santa Fe. È stato un amico a fare il suo nome all'ex campione di Wimbledon. Incuriosito, ha iniziato a seguirlo online. “Ed è davvero talentuoso – dice Cash – su Youtube ho apprezzato la sua tecnica. Una volta valutate le sue qualita, mi sono domandato come si comporta nei momenti importanti. E allora ho fatto fast forward per vederlo all'opera sul 4-4, 5-5 e nei tie-break. Insomma, ho fatto i compiti a casa. Quello che ho visto mi è piaciuto, e allora ho deciso di provare”. Le sensazioni virtuali si sono rafforzate dopo averlo visto dal vivo, peraltro dopo un viaggio avventuroso: Cash aveva perso il passaporto all'aeroporto di Brisbane, e dopo averne fatto uno al volo è arrivato a Delray Beach alle 5.30 del mattino, appena otto prima del match contro Vesely.

Pat Cash ha seguito Brandon Nakashima al torneo di Delray Beach

"Voglio migliorare gli aspetti atletici del mio gioco, diventando più forte e più veloce. Inoltre vorrei presentarmi più spesso a rete e costruirmi un tennis più vario”
Brandon Nakashima

Sono rimasto impressionato, i suoi miglioramenti mi hanno sopreso – dice Cash – francamente non riuscivo a credere che fosse lo stesso giocatore. In particolare, è cresciuto molto al servizio e i suoi colpi sono decisamente più profondi. Pensavo che potesse entrare tra i top-50, ma adesso ho cambiato idea: potrebbe salire ancora più in alto”. Quando gli hanno chiesto fino a dove, si è appellato al Quinto Emendamento: “Si tratta di una domanda da cinque milioni di dollari! Ad ogni modo, se segue un piano di gioco potrà essere testa di serie negli Slam entro un paio d'anni. Sa dove colpire la palla e possiede un controllo della racchetta raro da trovare in un diciottenne. Quello che riesce a fare con la palla è davvero speciale, inoltre ha un buon team e mi piace anche la sua famiglia. A prescindere dalla mia presenza, vedo un futuro luminoso”. Visto che la moda dei super-coach non accenna a placarsi, l'australiano si immagina in questo ruolo al fianco di Treyz. “Sta facendo un lavoro fantastico. Per quanto mi riguarda, tra qualche settimana capiremo quale sarà il mio impegno: totale, part time o magari niente – continua Cash – ma se le cose funzioneranno, io e Beau lavoreremo in coppia. Lui ha le sue idee, io le mie. Volendo fare un paragone, lui è una startup con grande potenziale, ma l'amministratore delegato deve indicare la via al team. Ecco, quel ruolo potrebbe essere ricoperto da me”. Lo spera anche Nakashima, ragazzo con la testa sulle spalle, che ha ereditato dai genitori la calma tipica degli asiatici. Ha iniziato a giocare sui campi pubblici di San Diego insieme al nonno, ma non brilla soltanto sul campo: si è diplomato con un semestre d'anticipo e aveva intrapreso la carriera universitaria, giocando per la University of Virginia. Gli è bastato qualche mese per affermarsi come ACC Freshman Player of the Year. Il carico di fiducia lo ha convinto a intensificare l'attività, fino alla scelta di diventare professionista lo scorso novembre. “Mi si sono presentate alcune possibilità di sponsorizzazione, così ho preso questa strada – racconta – avevo la giusta fiducia per farlo e sono felice della decisione. Credo che sia la strada giusta”. Come ogni giovane, vive più di sogni che di obiettivi immediati, anche se ha già fissato tutto. “Vorrei partecipare ai tornei del Grande Slam e poi entrare tra i top-10 tra un paio d'anni, o comunque non troppo tempo dopo”. Accidenti. “Poi voglio migliorare gli aspetti atletici del mio gioco, diventando più forte e più veloce. Inoltre vorrei presentarmi più spesso a rete e costruirmi un tennis più vario”. A 18 anni è normale mancare ancora di continuità, ma la testa sembra ben collegata alla realtà. Delray Beach deve essere, inevitabilmente, un punto di partenza. “Inutile esaltarmi, c'è ancora molta strada da fare”. Indian Wells fornirà le prime risposte, e ci dirà se la suggestiva partnership con Pat Cash troverà uno sbocco. La suggestione è grande.

In questi giorni, Nakashima è impegnato al ricco Challenger di Indian Wells
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