The Club: Bola Padel Roma
CIRCUITO ATP

Devastating Berrettini!

Una prestazione-monstre spinge Matteo Berrettini in finale a Gstaad. L'azzurro riduce Dominic Thiem al ruolo di comparsa, lasciandogli appena cinque giochi. E il punteggio avrebbe potuto essere più severo... Se continua così, il romano sembra davvero senza limiti.

Riccardo Bisti
23 luglio 2022

Scrivere a caldo toglie lucidità, ma non c'è dubbio che il Matteo Berrettini visto oggi a Gstaad abbia davvero impressionato. Ci avventuriamo, anche a costo di essere clamorosamente smentiti dai fatti: vista l'attuale congiuntura del tennis mondiale, se Matteo continuerà a sfornare prestazioni come quella contro Dominic Thiem può tranquillamente ambire a diventare numero 1 del mondo. Ok, Gstaad è in altura e favorisce il suo servizio-bomba. Ok, Dominic Thiem è in convalescenza ed è appena parente del giocatore visto nel triennio 2017-2020. Ok tutto, ma Berrettini lo ha cancellato con una tale autorità da entusiasmare ben oltre la soddisfazione di aver raggiunto l'undicesima finale in carriera. Il punteggio dice 6-1 6-4, ma se non ci fosse stato un game di distrazione sul 5-2 nel secondo, il punteggio avrebbe potuto essere ancora più severo.

Non accadeva dal 2018 che Thiem subisse una lezione del genere sulla terra battuta: erano i quarti di Monte Carlo, quando Rafa Nadal gli rifilò un duro 6-0 6-2. Nella prima semifinale dello storico Swiss Open, Berrettini ha dato due risposte importanti. La prima riguarda la sua incredibile fame di tennis, di vittorie, di gloria. Come ha spiegato il mental coach Stefano Massari, possiede la qualità di vivere i periodi di stop (e ultimamente sono stati parecchi) come opportunità di arricchimento, di crescita, di rabbia. La seconda è una crescita tecnica importante: quando si entrava nel palleggio, Thiem gli cercava costantemente il rovescio. Come è noto, Matteo è un giocatore piuttosto asimmetrico: per limitare i danni, si è costruito una buonissima soluzione in slice. Ma non gli basta: dai e dai, il rovescio a due mani in topspin è sempre più solido, potente e profondo. Riusciva a tenere lo scambio contro la palla molto pesante di Thiem, e talvolta usciva dallo scambio con un colpo vincente.

ASICS ROMA

L'impressionante performance di Matteo Berrettini contro Dominic Thiem

Uno spettacolo che spera di ripetere nella finale contro il campione in carica Casper Ruud, che nella seconda semifinale ha domato Albert Ramos (vincitore nel 2019). “Avevo notato che i quattro semifinalisti sono tutti ex vincitori di questo torneo” ha detto Berrettini, che ha firmato la 12esima vittoria di fila, azzeccando la striscia vincente più lunga della sua carriera, migliore di quella dello scorso anno (11 vittorie tra Queen's e Wimbledon, interrotta solo da Djokovic). Sulla partita non c'è molto da dire: Matteo è piombato rapidamente sul 5-0 (importante aver cancellato una palla break sul 2-0, peraltro con una gran volèe d'istinto). Thiem ha provato a fare match pari nel secondo, ma Matteo è scappato via già al quinto game, aiutato da un grave errore dell'austriaco sulla palla break (facile volèe affossata in rete). Si portava sul 5-2, aveva un attimo di distrazione ma poi chiudeva nel migliore dei modi, con un'elegante smorzata. Se non è stata la prestazione perfetta, poco ci manca.

“Sapevo che avrei dovuto giocare il mio miglior tennis per vincere – ha detto Matteo – penso che il mio gioco abbia funzionato bene. Ho servito bene, risposto bene, sono stato aggressivo e non gli ho dato la possibilità di esprimere il suo tennis”. E pensare che il giorno prima era stato virtualmente sconfitto da Pedro Martinez, avanti di un set e 5-1 nel tie-break nel secondo. Ma quando si sopravvive a situazioni del genere si trovano forze inattese. “Più giochi, meglio stai – ha aggiunto Matteo – penso che questo sia stato il miglior match della settimana. Ho avuto il miglior approccio possibile, così come l'atteggiamento e l'energia. Mi sono goduto il mio tempo sul sul campo”. Gstaad non è il torneo più importante dell'anno, ma dopo quello che abbiamo visto nell'ultimo mese, la sensazione è che Berrettini stia apparecchiando qualcosa di molto, molto grande. Ed è stato inevitabile prendere in prestito il titolo che l'ATP ha dedicato alla sintesi della partita. Esprime alla perfezione quello che si è visto in 78 minuti di tennis. È il caso di allacciarsi le cinture.

HEAD