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INDIAN WELLS

Il nuovo Principe del Deserto è Carlos Alcaraz

Con la migliore prestazione del torneo, Carlos Alcaraz domina Daniil Medvedev e si aggiudica il BNP Paribas Open. “Non sono migliorato come gioco, ma sono più rilassato sul campo e questo fa la differenza”. Oggi torna al numero 1 ATP, ma per restarci dovrà vincere a Miami. 

Riccardo Bisti
20 marzo 2023

Prima di sfidarlo in finale, Carlos Alcaraz aveva detto che Daniil Medvedev è come un muro. “Per batterlo dovrò fare tutto alla perfezione”. Detto, fatto: gli sono bastati 71 minuti per intascare il secondo titolo dell'anno (su tre tornei giocati), in quello che – numeri alla mano – è stato il match più facile del suo torneo. Un 6-3 6-2 in cui ha mostrato una superiorità a tratti imbarazzante, mettendo a nudo le difficoltà del russo quando si riesce a spedirlo fuori dalla zona di comfort. Alcaraz ha gestito meglio il vento, ha tirato quasi il quadruplo dei colpi vincenti (18 a 5) e non ha concesso palle break. Ogni tanto ha giocato il serve and volley e ha tagliato le gambe al russo con un buon numero di smorzate, sfruttando la posizione decisamente arretrata di Medvedev. Non c'è stato un solo momento in cui il punteggio sia stato in equilibrio: Alcaraz è scappato via in entrambi i parziali, senza mai più voltarsi. 3-0 nel primo e set e addirittura 4-0 nel secondo, nel quale ha intascato i primi dieci punti.

In conferenza stampa gli hanno fatto notare che l'intera partita è durata un minuto in meno rispetto al solo primo set della finale femminile. “Ho grande fiducia nei miei colpi – dice lo spagnolo – li tiro sempre al 100% e non è un problema se non va”. Stato mentale ideale, frutto più evidente della sua crescita rispetto al 2022. Quando gli hanno chiesto in cosa sia migliorato, è stato chiaro: “Non penso di giocare in modo diverso, ma sono migliorato di testa: non avverto la pressione e gioco rilassato. Per me è la cosa più importante. Ho mostrato un livello così alto perché non avevo pressione, mi divertivo ed ero in pieno relax”. Tutto vero, ok, ma bisogna avere la qualità necessaria per supportare uno state of mind di questo tipo. Alcaraz possiede più o meno tutto, a partire da un servizio che non è una bordata alla Isner o Karlovic, ma è funzionale al suo gioco. Per esempio, ha messo in campo parecchie prime (76%), ricavandone quattro punti su cinque (81%). Numeri simili a quelli della semifinale contro Sinner: significa che non è un caso.

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«È normale essere nervosi. Tutti i migliori devono affrontare quei momenti, ma li sanno gestire e riescono a giocare a un gran livello. Provo a farlo anch'io» 
Carlos Alcaraz

Carlos Alcaraz ha dominato la finale del BNP Paribas Open

E poi ha fatto tesoro di quanto accaduto 24 ore prima, quando si era concesso un passaggio a vuoto che per poco non gli costava il primo set. “In quei momenti devi prendere il tuo tempo, invece sono andato troppo di fretta” aveva ammesso Alcaraz. Che impara in fretta, visto che in finale ha palleggiato con attenzione, scegliendo la palla giusta per premere il grilletto, senza mai esagerare. Questo successo gli permette di godersi altre due settimane da numero 1 ATP, superando Djokovic per una manciata di punti. Gli strani meccanismi del ranking, tuttavia, gli imporranno di vincere anche a Miami per restare in vetta. Anche una finale non basterebbe.

Con la terra battuta, poi, potrebbe iniziare un appassionante testa a testa generazionale, visti i sedici anni di differenza. Si sono affrontati a Madrid lo scorso anno, e da allora non ci sono stati più incroci. “Vorrei davvero affrontarlo di nuovo – dice Alcaraz – ci manca, e speriamo di poterlo riavere presto nel circuito. E sarebbe fantastico giocarci ancora”. Non mancherà occasione, ma adesso Carlitos si gode qualche numero da fenomeno: è diventato il secondo giocatore a vincere almeno tre Masters 1000 prima di compiere vent'anni (Rafael Nadal ne aveva intascati sei), il primo a vincere Indian Wells senza perdere un set dal 2017 (Federer) e dal 2007 per chi ha dovuto giocare sei partite (Nadal), ed è il più giovane di sempre a vincere entrambi i tornei del Double Sunshine, sia pure in anni diversi.

Carloa Alcaraz ha vinto otto titoli su undici finali giocate

Alcaraz spiega i suoi progressi: "Gioco più rilassato e ho massima fiducia in ogni colpo"

I due eventi suadamericani avevano dato buone indicazioni, ma Indian Wells ha certificato che il recupero di Carlos è pieno. Certo, a 19 anni ha già avuto un paio di problemi muscolari e probabilmente avrà ancora qualche noia, se non altro per l'intensità che mette in ogni partita. Però ha il vantaggio di essere cresciuto in un'epoca iper-tecnologica, in cui la fisioterapia e la prevenzione degli infortuni sono all'avanguardia. Nonostante i tanti acciacchi, Nadal è riuscito a restare per 20 anni ai massimi livelli (e diciotto anni di fila tre i top-10). Rispetto all'illustre connazionale, a parità di età, Alcaraz ha anche un gioco meno dispendioso. Il Rafa dei primi anni di carriera adottava un tennis soprattutto difensivo, aveva meno variazioni e vinceva parecchie partite per sfinimento atletico dell'avversario.

Al contrario, Alcaraz è un creativo, ama comandare pur conoscendo l'arte della difesa. Se ne è accorto Medvedev, la cui striscia vincente si è fermata a 19 partite: “Accidenti, a una sola lunghezza dal mio record personale – ha scherzato il russo – adesso sarà tempo di costruire un'altra striscia. Non so perché non ho giocato al meglio: forse era la sua palla, forse perché per lui era più facile giocare con il vento.... non ho motivi reali”. Non era particolarmente nervoso, anche perché non ama le condizioni di Indian Wells. Spingersi in finale è un bel risultato, specie alla vigilia della stagione sul rosso, il periodo dell'anno che tollera meno. “Ma prima fatemi andare a Miami, laddove spero di giocare un bel torneo anche se le condizioni dovrebbero essere piuttosto lente. Diciamo che mi piacerebbe sfidare di nuovo Alcaraz su un campo in cemento veloce”. Aspirazioni legittime, anche se oggi il tennis deve celebrare Carlos Alcaraz, il fenomeno che ormai non è più baby. Ma è così già da un po'.

MASTERS 1000 INDIAN WELLS – FINALE
Carlos Alcaraz (SPA) b. Daniil Medvedev (RUS) 6-3 6-2