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IL CASO

Bye-Gate: il caso Rybakina

Nonostante sia numero 3 del seeding, Elena Rybakina non ha ottenuto un “bye” al WTA 500 di Tokyo. S è infuriata, ma è l'applicazione della norma del “Performance Bye” per chi è arrivata in fondo a Guadalajara (Sakkari e Garcia). Pare che fosse segnalata nel foglio informativo del torneo, ma nel Rulebook WTA non ve n'è traccia.

Riccardo Bisti
25 settembre 2023

AGGIORNAMENTO - Poche ore dopo la pubblicazione di questo articolo, Elena Rybakina ha dato forfait dal torneo di Tokyo, adducendo generici motivi fisici. "Devo dare priorità alla mia salute"


Lo sfogo ha fatto rumore, forse perché non è in linea con il carattere tranquillo e posato di Elena Rybakina. Per la verità, la kazaka si era già lamentata un paio di volte con la WTA a causa della cattiva programmazione degli incontri, di cui era stata vittima a Roma e Montreal. Tutti ricorderanno il tardato inizio della finale romana, così come il match in Canada contro Daria Kasatkina, terminato alle 3 di notte. Il risentimento di Lena è emerso nuovamente dopo il sorteggio del WTA 500 di Tokyo. Il Pan Pacific Open ha un tabellone a 28 giocatrici, dunque sono previsti quattro bye. Per sua sorpresa (e sgomento) dovrà giocare i sedicesimi (esordirà martedì contro Linda Noskova), mentre partiranno dagli ottavi Iga Swiatek, Jessica Pegula, Maria Sakkari e Caroline Garcia. Dove sta l'inghippo? Sono rispettivamente numero 1, 2, 4 e 5 del seeding. La Rybakina è la terza forza del draw, ma è stata esclusa. Con una storia pubblicata su Instagram (in cui ha taggato la WTA), ha scritto testualmente: “Performance bye. Grazie per aver cambiato le regole all'ultimo momento. Grande decisione, come sempre”. Come se non bastasse, ha aggiunto l'emoticon di un pagliaccio. Di solito, il meccanismo delle teste di serie è molto chiaro: serve per collocare le giocatrici meglio piazzate in determinati punti del tabellone e concedere loro un bye qualora le partecipanti siano un numero diverso rispetto ai canonici 32, 64 e 128.

E allora perché la testa di serie numero 3 è stata penalizzata a favore della 4 e della 5? Sin dal 2009 (quando sono stati istituiti i tornei Mandatory, dunque obbligatori) esiste una norma denominata “Performance Bye”. In determinati tornei, il bye non viene assegnato in base alla classifica WTA, ma viene riservato alle giocatrici giunte in finale nel torneo della settimana precedente. La norma è stata utilizzata diverse volte con i tornei di Anversa-Dubai, Madrid-Roma, Canada-Cincinnati e Wuhan-Pechino. Il principio è semplice: avendo giocato fino alla domenica precedente nel torneo A, hanno diritto a qualche giorno di riposo prima di esordire nel torneo B, a maggior ragione se le sedi sono particolarmente distanti. Il concetto può essere discutibile ma è chiaro. In fondo, non è così diverso da quello (ben più frequente) degli Special Exempt, concessi ai giocatori iscritti nelle qualificazioni ma giunti in semifinale nella settimana precedente e dunque impossibilitati a giocarle. In quel caso, vengono ammessi direttamente nel main draw, scippando il posto a chi ne avrebbe avuto il diritto di classifica. In virtù di questo, la lamentela della Rybakina sembra fuori luogo.

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15 milioni per le WTA Finals

Sono iniziati i lavori per costruire l'impianto che ospiterà le WTA Finals 2023, in programma a Cancun. Si giocherà in uno stadio temporaneo, situato nella zona Quintana Roo e con una capienza di "soli" 4.000 posti. La struttura si trova in una zona alberghiera e metterà a disposizione anche due campi di allenamento. A dirigere l'evento sarà Gustavo Santoscoy (già direttore nel 2021 a Guadalajara), il quale ha informato che il torneo costerà 14-15 milioni di dollari, di cui circa cinque destinati alla realizzazione dell'impianto. Ci si domanda se quei soldi potevano essere investiti meglio...

In realtà, il suo sfogo è comprensibile perché si fonda – più che sul merito – sulle modalità con cui la regola è stata applicata / comunicata. In effetti, il Rulebook WTA non menziona la possibilità che i Performance Bye fossero assegnati per i tornei di Guadalajara e Tokyo (che peraltro sono di categorie diverse, quando uno dei prìncipi cardine della norma è che i tornei interessati dovrebbero essere della stessa categoria). Se diamo un'occhiata al documento di 577 pagine che dovrebbe regolamentare l'intero circuito femminile, troviamo il funzionamento dei bye. A pagina 77 c'è scritto testualmente: “I bye sono assegnati automaticamente alle teste di serie in ordine discendente, ad eccezione del WTA 1000 di Pechino, laddove sono stabiliti in base a quanto disposto dalla Sezione V.A.1.a.v."
Benissimo: consultando il comma specifico (si trova a pagina 62), si legge: “Ci saranno quattro bye al WTA 1000 di Pechino per le quattro semifinaliste del WTA 1000 di Wuhan. Tutti i bye non utilizzati, non saranno assegnati”. La ratio è evidente: vista la vicinanza temporale tra i due tornei, chi arriva in fondo a Wuhan ottiene l'esordio posticipato a Pechino, a prescindere dalla classifica.

Giusto o sbagliato, non c'è spazio per intepretazioni. Ma non c'è alcuna menzione per gli altri tornei. Da qui, dunque, nasce la rabbia della Rybakina. Una rabbia tutto sommato comprensibile, anche perché la definizione di Performance Bye a pagina 519 del Rulebook non è dirimente. Viene definito come “bye assegnato a una giocatrice in base al suo risultato nella settimana precedente, come determinato dalla WTA quando approva il calendario e la dimensione dei tabelloni”. Ok, ma non è specificato quali, o se è necessario che siano della stessa categoria. È dunque legittimo parlare di un vuoto normativo che si presta a una doppia interpretazione. Non essendo scritto da nessuna parte:
- Elena Rybakina può sostenere che una norma non presente nel Rulebook non sia legittima, aggiungendo (come ha fatto) che si è trattato di una decisione dell'ultimo minuto.
- La WTA può appoggiarsi alla definizione di cui sopra, in cui non sono specificati i singoli tornei, salvo una generica discrezionalità che l'associazione si è auto-concessa.

Le WTA Finals 2023 si giocheranno a Cancun, in Messico, subito dopo i tornei in Cina e subito prima delle BJK Finals a Siviglia

Quando la faccenda è diventata virale nel mondo social, è intervenuta la doppista Nicole Melichar (presente a Tokyo per il doppio). Con un post su X, ha scritto: “Le regole non sono state cambiate all'ultimo momento. Le informazioni sul performance bye erano sulla scheda informativa”. La scheda informativa (fact sheet) è un documento a disposizione delle tenniste nell'area riservata del sito WTA. Non c'è motivo di dubitare delle parole della Melichar, ma sarebbe interessante sapere cosa c'era scritto e quando era stato messo a disposizione. Nella pagina pubblica del torneo di Tokyo, invece, c'è scritto “le prime quattro-sei teste di serie (in attesa dei Performance Bye basati sui risultati di Guadalajara) riceveranno un bye al primo turno”. La faccenda si complica. Sembrerebbe che il torneo potrebbe assegnare fino a sei bye: oltre ai quattro bye per diritto di classifica, ci sarebbe ipotetico spazio per ulteriori due (col tabellone ridotto a 26 giocatrici). Non è andata così: i bye sono quattro e hanno premiato Sakkari e Garcia, penalizzando la Rybakina.

L'unico modo per sapere se la WTA si è comportata in modo trasparente sarebbe la lettura del fact sheet mostrato alle giocatrici. A rendere ancora più complessa la faccenda, il fatto che il Rulebook WTA sia stato oggetto di una revisione il 19 settembre, pochi giorni fa, alla vigilia del torneo di Tokyo. Non sappiamo quali modifiche siano state adottate, ma è certo che – nella versone attuale – non c'è alcun riferimento speficico alla transizione Guadalajara-Tokyo. Morale? Crediamo – come spesso accade – che la verità stia nel mezzo. La scelta di concedere un privilegio alle semifinaliste di Guadalajara aveva senso, ma doveva essere comunicata con maggiore trasparenza e (supponiamo) tempistiche migliori. Il caso Rybakina, tuttavia, mette a nudo il pasticcio combinato col calendario WTA. Le ultime settimane sono al limite del folle: dopo Guadalajara c'è la stagione asiatica, poi le migliori dovranno spostarsi nuovamente in Messico per le WTA Finals di Cancun. Come se non bastasse, alcune di loro dovranno (dovrebbero) andare a Siviglia per le BJK Cup Finals. Una follia logistica che sembra dare ragione a quanto detto dalla stessa Rybakina dopo la nottata di Montreal: “La WTA ha una mancanza di leadership”. Il problema, in fondo, è tutto qui.