PORTE 13

Borg vs. Mac

In campo, nello stile, nell’atteggiamento: Borg-contro-McEnroe resta la rivalità per eccellenza. Oggi, quarant’anni fa, giocavano il loro match più incredibile.

5 luglio 2020

Il tennis è sempre stato caratterizzato da grandi rivalità e la più affascinante resta quella tra Bjorn Borg e John McEnroe, per la personalità che mostravano in campo e la contrapposizione degli stili. Il loro ultimo confronto si è svolto nella finale dello US Open 1981. McEnroe vinse in quattro set e Borg scappò dal campo, saltando la premiazione e tra i fischi del pubblico. Era già in macchina, pronto a lasciare Flushing Meadows, forse già conscio che sarebbe stato il suo ultimo match in uno Slam. Infatti si ritirò a soli 25 anni. Incredibilmente, i due si sono affrontati solo 14 volte, tra il loro primo incontro al torneo di Stoccolma nel 1978 e quella finale allo US Open. Tanto per dire, Navratilova e Evert si sono scontrate 80 volte, Becker e Edberg 35, Federer e Djokovic 45. Borg e McEnroe hanno vinto sette volte a testa e molti immaginavano che, col prematuro ritiro di Borg, il 22enne americano avrebbe dominato il tennis. Invece, da quel momento, McEnroe è riuscito a vincere solo altri tre Slam.

  • Borg e McEnroe sono tornati avversari alla Laver Cup, rispettivamente come capitani della squadra europea e resto del mondo

«Volevo chiedergli quando sarebbe tornato, perché il tennis aveva bisogno di Borg, io avevo bisogno di lui» John McEnroe

McEnroe è anche il personaggio più facilmente decifrabile. Cresciuto nel Queens a New York in una famiglia middle-class, ha frequentato scuole private e avuto accesso a ottimi tennis club, sempre coccolato come primogenito di tre fratelli. Nel 1977, a soli 18 anni, sorprese il mondo arrivando in semifinale a Wimbledon partendo dalle qualificazioni e vestito con una maglia Fila, replica di quella indossata da Borg. E come Borg, cominciò a mettersi una fascia tra i capelli, benché il suo comportamento fosse molto punk e poco pop, molto Ramones e poco Abba. L’anno successivo, il giovane americano incontrò finalmente Borg sul campo e lo sconfisse, in quello che ha definito «il momento migliore della mia carriera». Borg invece è nato a Södertälje, una città di operai a sud-ovest di Stoccolma. Figlio unico, ha avuto un’infanzia meno privilegiata rispetto a McEnroe, ma appena il suo talento è affiorato, i genitori hanno fatto del loro meglio per supportarlo. Da ragazzo non è stato semplice reprimere il suo focoso temperamento, ma Ice Borg è riuscito sempre a mascherare le sue emozioni e, nel 1976 a soli 20 anni, a vincere i titoli di Roland Garros e Wimbledon.

Nell’autunno del 1978, quando si sono incontrati per la prima volta, Borg era da oltre due anni l’incontrastato n.1 del mondo, accompagnato da una devota moglie rumena, Mariana Simionescu, e dal suo coach, Lennart Bergelin. Tra premi e sponsorizzazioni aveva incassato abbastanza da garantirsi una viva stabilità finanziaria per il resto della vita, ma nel 1978 un giovane, insolente punk newyorchese cominciò a mettergli i bastoni tra le ruote. Tre anni dopo, lo spinse fuori dai binari e lo convinse (involontariamente) al ritiro. La reazione di McEnroe fu di estrema incredulità: «Questo... non ha senso per me... nessuno». Poi il panico: «Volevo chiedergli quando sarebbe tornato, perché il tennis aveva bisogno di Borg, io avevo bisogno di lui». McEnroe si ritrovò solo e trascese in un fiume di rabbia. McNasty, come fu soprannominato dalla stampa britannica, insisteva in un comportamento che lo stesso Borg definì «frenetico, come quello di un paziente appena rilasciato da una clinica psichiatrica». Il genio tennistico rimase in ombra di fronte alle sue sfuriate con gli arbitri, al fallimento di un matrimonio vip (con Tatum O’Neal) e la figuraccia di una squalifica in un match dell’Australian Open. Nonostante alcuni flash di grande spessore, come gli incredibili successi del 1984, in seguito al ritiro di Borg, McEnroe ebbe grandi difficoltà a concentrarsi sul suo tennis.

  • 7-7
    Il risultato dei confronti diretti in carriera tra McEnroe e Borg (3-1 per Mac nei tornei Slam)

Senza il tennis, collassò anche il mondo di Borg. Arrivò un bambino avuto da un’altra donna. Divorzio. Un secondo fallimento matrimoniale. Bancarotta. Un’overdose di sonniferi. Per tre anni, McEnroe diede una ragione a Borg per far crescere il suo livello di gioco, tecnico e mentale, ma le sconfitte nel 1981 contro il suo grande rivale sia nella finale di Wimbledon sia in quella dello US Open, convinsero Borg a lasciare un mondo che aveva dato alla sua vita una struttura e un obiettivo. Dopo, Borg cercò, spesso in maniera catastrofica, di vivere in un mondo senza tennis. Entrambi non sono riusciti a vincere uno Slam dopo i 25 anni, col serbatoio già in riserva per colpa di una rispettosa quanto feroce rivalità. McEnroe aveva troppo rispetto per Borg per sfociare in atteggiamenti oltre quelli che lui definiva «un filo da matti». E quando accadde, come nel loro terzo match a New Orleans nel 1979, Borg chiamò McEnroe sotto rete, gli pose un braccio intorno alle spalle e gli disse: «Dai, rilassati!». I due avevano la massima considerazione uno dell’altro. Un documentario della HBO si conclude con Borg che afferma di amare (sportivamente) John McEnroe; l’americano non lo ha mai detto apertamente, ma sua moglie ha fatto capire che certi apprezzamenti erano ricambiati. Anche se ammettere certe emozioni era chiedere troppo ad un ragazzo cresciuto nel Queens. - Caryl Phillips / The Guardian